Il Tesoro Diretto ha segnato il più alto numero di vendite mai registrato nel corso del mese di gennaio, con un totale di 8,76 miliardi di R$, secondo le informazioni divulgate mercoledì (26) dal Tesoro Nazionale.
Tra le opzioni disponibili, il Titolo del Tesoro Selic ha registrato il maggiore interesse nel corso del mese, con un aumento delle vendite pari a 3,8 miliardi di R$ (corrispondente al 44,1% del totale). In questo modo, il titolo ha riconquistato la posizione di primo piano, che era stata precedentemente occupata dai titoli legati all’inflazione.
Nel mentre, i restanti titoli legati all’IPC (IPC+ Il Tesoro, RendA+ e Educa+) hanno generato un volume di vendite di 2,6 miliardi di R$ (30%), mentre i titoli con il prefisso (Prefisso e Prefisso Tesoro con Interesse Semestrale) hanno totalizzato 2,3 miliardi di R$ (25,9%).
Secondo quanto riportato da “InfoMoney”, recentemente sono state registrate vendite di titoli del Tesoro RendA+ e dell’Educa+ per un valore complessivo di R$ 324 milioni e R$ 95,4 milioni (1,1%) rispettivamente.
Nel corso del mese sono state registrate circa 98.581 transazioni di investimento, con una media di 8.855,67 R$ per operazione. Le transazioni con un importo fino a R $ 1.000 rappresentavano il 56% del totale, indicando un forte coinvolgimento da parte di investitori di piccola entità.
Assistenza fornita direttamente dal Tesoro
Il Tesoro nazionale ha comunicato che i compensi e gli stipendi dei titoli hanno raggiunto complessivamente 7,18 miliardi di R$, con un’iscrizione netta di 1,58 miliardi di R$ durante il periodo considerato. Questo importo include 3,11 miliardi di R$ in premi superiori alle previsioni e altri 4,07 miliardi di R$ relativi agli stipendi dei titoli.
Il maggiore impatto sulle prime riduzioni è stato dovuto al titolo legato a Selic, che ha rappresentato il 64,8% dell’acquisto totale, pari a 2 miliardi di R$. Inoltre, i titoli indicizzati all’inflazione ammontavano a 736 milioni di R$ (23,6%), mentre i titoli prefissati rappresentavano 360,1 milioni di R$ (11,6%).
Nel mese in questione, la maggior parte delle vendite di titoli, pari al 73,3% del totale, riguardava titoli con scadenza compresa tra 1 e 5 anni. Le obbligazioni con scadenza superiore a 10 anni rappresentavano circa il 21,8% delle vendite, mentre quelle con scadenza tra 5 e 10 anni costituivano solo il 4,8% del totale.
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