Il livello di fiducia nel settore al dettaglio ha raggiunto il minimo in quattro anni a febbraio, secondo i dati del FGV Trust Index della Fondazione Getulio Vargas. A febbraio, l’indice è sceso di 3,8 punti, arrivando a 85,5 punti, il punteggio più basso dal 2021, come ha indicato l’economista Rodolpho Tobler.
Secondo l’economista, l’aumento delle difficoltà nel consumare, come i tassi di interesse elevati e l’incremento dell’inflazione, ha causato maggiore sfiducia tra gli imprenditori nel settore commerciale.
I dirigenti d’azienda del settore hanno mostrato un atteggiamento pessimistico a febbraio, sia riguardo al presente che al futuro. Questa tendenza è riscontrabile nei due indicatori principali: l’ISA (Indice della Situazione Attuale), che è sceso di 2,3 punti a 88,5 punti, e l’IE (Indice delle Aspettative), che è diminuito di 5,1 punti a 83,2 punti. Tobler ha sottolineato che questa è stata la seconda caduta consecutiva nell’indice.
Il dato era leggermente negativo a dicembre (-0,1), ma è sceso di 2,8 punti a gennaio. Entrambe le diminuzioni sono state molto significative. Il mese scorso abbiamo aspettato per confermare se questa tendenza sarebbe continuata o se fosse solo un risultato isolato di gennaio. Ora, con la diminuzione anche a febbraio, il declino si è diffuso ulteriormente.
Affidamento al dettaglio: attività commerciale in diminuzione a febbraio.
Secondo Tobler, il risultato evidenzia che i imprenditori hanno notato un calo delle prestazioni dell’azienda a febbraio, con la prospettiva di una debolezza persistente nei prossimi mesi. Si ritiene che la domanda abbia perso slancio all’inizio del 2025 e che le prospettive non siano particolarmente favorevoli. Questo era atteso a causa dell’alto tasso di interesse e delle variazioni dell’inflazione, che influenzano notevolmente il consumo.
Il tecnico ha evidenziato che esistono due importanti settori distinti: uno che reagisce maggiormente al reddito e un altro che si basa sul credito. Ha spiegato che un aumento dell’interesse può influenzare gli acquisti a lungo termine, che sono più legati al costo del credito.
Inoltre, si è notato un aumento dell’inflazione all’inizio del 2025. I prezzi più alti riducono il margine di manovra finanziario delle famiglie, influenzando quindi la frequenza degli acquisti al dettaglio in base al reddito disponibile.
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